Esami di Laboratorio “home made”

 

Tubi, pentole, costruzioni lego, calamite ma anche l’ascensore del proprio condominio….questi oltre pc e smartphone, sono alcuni degli strumenti utilizzati per realizzare la prova finale d’esame dagli studenti del Corso di Laboratorio III della Laurea Triennale in Fisica. 

Anche per gli studenti di Fisica di Unica la quarantena determinata dall’emergenza sanitaria di questo 2020 ha rappresentato un radicale cambiamento della modalità  di fruizione della didattica e delle prove d’esame. Ma se per i corsi teorici è stato in genere possibile ricorrere agli strumenti di comunicazione a distanza, senza stravolgere i contenuti delle lezioni, nel caso dei corsi sperimentali è stato proprio necessario ripensare completamente le attività .

E’ possibile  misurare la velocità  del suono senza la strumentazione di laboratorio? Costruire un rilevatore di particelle con quello che si ha in casa? Misurare le lunghezze d’onda della luce usando una app dello smartphone?

La risposta l’hanno data gli studenti del corso tenuto dal professor Michele Saba, che ha deciso di trasformare una situazione di oggettiva difficoltà  in un’opportunità . Non potendo portare i suoi studenti in laboratorio, per la seconda parte del corso ha deciso di mettere alla prova le loro capacità  creative, oltre che tutte le competenze che abitualmente sono richieste in laboratorio: accuratezza nella presa dati, analisi degli errori, problem solving e capacità  di lavorare in gruppo, solo per citarne alcune. 

La prova in epoca Covid-19 consisteva nel progettare e realizzare un esperimento di Fisica partendo dal materiale disponibile nelle proprie case ma sfruttando anche, quando possibile, i sensori e la tecnologia degli smartphone.

Il professor Saba aveva già  sperimentato l’utilizzo della app Phyphox nel corso di formazione per i docenti delle superiori “Laboratorio di Fisica in Aula” . L’applicazione gratuita Phyphox, acronimo di PHYsical PHOne eXperiment, permette di usare gli smartphone come veri e propri strumenti di misura scientifici, sfruttando i sensori di cui sono dotati:  fotocamera, microfono, accelerometro, giroscopio, magnetometro e in alcuni casi barometro.

E’ stato così possibile usare lo smartphone per misurare il moto di un pendolo,  adoperare il telefono come un sonar per misurare le distanze o ancora impiegare il barometro per studiare il moto di un ascensore.

L'esperimento dei pendoli accoppiati tramite magneti. 
Realizzato da Francesca Mainas, Lorenzo Manunza e Lorenzo Mirasola.

I ragazzi hanno lavorato in piccoli gruppi, confrontandosi quotidianamente a distanza con i colleghi e con i tutor. La realizzazione non è stata semplice, spesso è stato necessario coinvolgere i propri familiari: come nel caso di Carla C. che ha dovuto chiedere “in prestito” la voce della sorella per registrare contemporaneamente due note musicali e analizzare i battimenti sonori risultanti dalla sovrapposizione delle onde. 

Il Professor Saba si è detto particolarmente soddisfatto a conclusione della prova di esame finale, svolte in videoconferenza su Teams:  “Le presentazioni finali sono state lo specchio dell’impegno profuso dai ragazzi in questi mesi, certo mi sarebbe piaciuto di più interagire quotidianamente con loro ma è sicuramente emerso qualcosa di molto buono anche da questa esperienza”.

In questo caso la didattica a distanza è stata una occasione concreta per gli studenti di sperimentare in prima persona le difficoltà  che incontrano i fisici nella progettazione e realizzazione di un esperimento reale. Ma anche di toccare con mano le soddisfazioni dello sperimentatore in un contesto del tutto inusuale.

Di seguito alcuni frame tratti dall’esame finale svolto tramite la piattaforma Microsoft Teams
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[Alessia Zurru, 30 giugno 2020]